
Tattica individuale e tecnica applicata sono la stessa cosa? Vediamo in questo articolo.
Allenare un gruppo di ragazzi o un gruppo di allenatori penso segua più o meno gli stessi principi. Uno di questi è sicuramente quello della progressione didattica: dal facile al difficile.
Nel tentativo coerente di seguire questa logica, abbiamo deciso di procedere dalla tecnica di base (prima) alla tattica (tattica individuale) nella pubblicazione dei nostri articoli.
Nel preparare i primi pezzi sulla tattica, mi sono imbattuto in questi due termini: tattica individuale e tecnica applicata. Letture, manuali, appunti di università: ovunque.
Se spesso questi erano trattati allo stesso modo, messi sullo stesso piano, quasi usati come sinonimi, altre volte venivano fatte delle precisazioni .
Quindi: tattica individuale o tattica applicata sono la stessa cosa, o due cose diverse?
Sono due modi di intendere lo stesso concetto, o c’è qualcosa di più?
Vediamo di capirci di più, perché è spesso dalle interpretazioni un po’ superficiali che si commettono degli errori (che non puoi permetterti, mister)!
Tecnica applicata: ma dove?
“Tutti i movimenti e accorgimenti per mezzo dei quali la prestazione è più utile ed economica” (Ferrari, 2010).
Tratta direttamente da uno dei manuali di Coverciano (università del calcio italiano), a primo impatto questa definizione dice ben poco. Perché se mi dovessi soffermare direttamente alla “tecnica applicata” la prima cosa che mi verrebbe in mente è (non so se condividi): la tecnica di base applicata alle situazioni di gioco.
Considerazione assolutamente lecita e motivata, perché si basa su due concetti fondamentali:
1) La tecnica non è mai fine a sé stessa. Saper guidare o ricevere la palla senza un fine ultimo legato al gioco è inutile. L’esempio del freestyler torna sempre: magico con il pallone, ma saprebbe fare lo stesso in un campo pieno di avversari?
2) Ogni elemento tecnico è, al contrario, sempre finalizzato. Guidare per, ricevere per, calciare per… sono tutte espressioni che danno un’idea di eseguire un gesto tecnico in funzione di una decisione, di una dinamica, di una situazione.
Sarà quindi guidare per guadagnare spazio in avanti, oppure per superare un avversario. Per quanto riguarda il calciare invece: per segnare una rete, per trasmettere il pallone ad un compagno, per liberare la palla da una zona pericolosa. Si dovrebbe parlare quindi di abilità tecnica, e non di tecnica e basta, proprio perché non ci sofferma alla sola esecuzione del gesto, ma si ricerca anche una finalizzazione negli interessi del gioco.
Il problema del non possesso
Parlare di tecnica applicata come tecnica in situazione sembra essere la soluzione più giusta. D’altra parte prova a pensarci: lo smarcamento non è altro che un ricevere evitando gli avversari, oppure il tirare in porta un modo di applicare il gesto del calciare. Tutto giusto.
Ma se dovessi invece considerare la fase di non possesso? Quella quando la tua squadra non ha la palla?
Parlare di tecnica in situazione inizia a non starci più tanto bene. Se ripensi infatti ai gesti tecnici fondamentali, in un modo o nell’altro tutti consideravano la presenza del pallone.
Persino il contrasto diretto è una ricerca della conquista del pallone. La fase di non possesso invece, non prevede per quel momento del gioco quella possibilità. Ora il problema terminologico (e sicuramente poi, di conseguenza, anche metodologico sul campo) è abbastanza evidente: come risolverlo?
Tattica Individuale, un po’ di chiarezza
“La capacità di ogni singolo giocatore di saper stare in campo”;
“cosa, come, quando e dove agire in modo individuale nelle due fasi di gioco”
Pulite, chiare, concise. Non serve aggiungere altro per avere un’idea chiara di cosa si vuole parlare. Il saper stare in campo come singolo individuo, sia quando si ha la palla, che quando non ce la si ha a disposizione. E soprattutto quel riferimento agli elementi “cosa, come, quando e dove” ti dovrebbero aiutare a capire come tutto sia in stretta e complessa relazione con il gioco. Non basta quindi saper eseguire un’abilità, ma è determinante anche saper scegliere la più efficace, nel giusto spazio e coi giusti tempi di esecuzione.
Quali conseguenze per le tue proposte sul campo?
Torno a precisarti che quanto fatto fino ad ora è un ragionamento. Utile a mio modo di vedere (spero tu condivida), perché ti dà una più chiara idea di come districarti tra i vari termini e metodologie.
Con quali conseguenze dirette sul tuo lavoro in campo?
- Tecnica applicata ha un riferimento molto più diretto e immediato verso il concetto di “tecnica applicata in situazione”. Usa questa filosofia per proporre attività sulla tecnica che puntino all’esecuzione (importante, soprattutto se crei tante modalità e condizioni diversificate). Tuttavia, cerca anche di focalizzare le tue proposte su concetti legati al gioco: guidare per (conquistare spazio? Saltare un avversario?), calciare per (segnare una rete? Passare ad un compagno?), ecc.
- Tattica individuale ha invece più immediatezza nei confronti dei di tutti quei comportamenti tattici del singolo giocatore nel contesto partita. E questo considera non solo la fase di possesso, ma anche quella di non possesso.
- Nel proporre le tue attività sulla tattica individuale cerca sempre di considerare gli elementi “cosa, come, dove, quando” riferiti ad ogni principio. Solo così avrai la possibilità di approfondire in maniera efficace ogni argomento coi tuoi ragazzi!
Ti è piaciuto l’articolo? Cosa ne pensi tu a riguardo? Hai avuto anche tu i miei stessi dubbi o la stessa necessità? Hai anche tu trovato ‘poco calzante’ l’associazione tra tecnica applicata e tattica individuale? O pensi invece sia giusto utilizzare le due terminologie come sinonimo, riferendosi quindi alla stessa cosa?
Scrivilo nei commenti, potremmo aprire un bel dibattito sul tema!
formalismi vuoti o seghe mentali ?
la tecnica è tecnica (come fai le cose)
la tattica è cosa decidi di fare (cosa scegli ovvero quali cose fai)
individualmente se è una azione singola o collettiva (+ azioni singole coordinate)
questi sofismi non fanno che confondere le idee a chi ne ha già poche