Se dovessi fermarmi a pensare al nome scelto per la categoria Esordienti, penso che farei la seguente riflessione.
Per i ‘Primi Calci’ questi sono riferiti inevitabilmente al fatto che sono proprio i primissimi calci dati ad un pallone.
Nei ‘Pulcini’ il riferimento è al fatto che sono nelle fasi più premature del loro percorso calcistico.
Nella Categoria Esordienti, invece, ci sono coloro che fanno l’esordio. Ma esordio dove?
Nel calcio dei grandi risponderei io!
E il termine che supporta questa mia (forse un po’ filosofica e strampalata) tesi è la parola ‘’cambiamento’’.
Obiettivo delle prossime righe è quello di capire quali cambiamenti accompagnano l’esperienza sportiva di questa categoria, quali soluzioni generali possono essere adottate, e se effettivamente possiamo definire la Categoria Esordienti come gli albori del calcio dei grandi.
Indice
L’apice dell’attività di base
C’è innanzitutto da considerare il collocamento della Categoria Esordienti nel sistema attività di base, il movimento appunto alla base del movimento giovanile calcistico in Italia.
Essi si posizionano all’apice della piramide, nel punto più alto.
Quello che necessita di solidissime basi, per aggiungere nuovi e più complessi mattoncini.
Le fasce d’età coinvolte nella categoria esordienti sono comprese tra gli 11 e i 13 anni:
11-12 negli esordienti B,
12-13 negli esordienti A.
I primi giocano il calcio 9 contro 9, mentre i secondi lo alternano all’11 contro 11, contesto competitivo che li accompagnerà nel loro futuro da calciatori o calciatrici (da Comunicato Ufficiale nr. 1 SGS).
Categoria Esordienti: Un modo di pensare diverso
Uno dei cambiamenti più determinanti che caratterizzano il periodo dei bambini nella Categoria Esordienti è l’importante maturazione da un punto di vista cognitivo.
Questo sistema, per intenderci, permette di prendere le decisioni necessarie a risolvere le situazioni del gioco.
È questa una fase davvero favorevole alla risoluzione di problemi, in cui i ragazzi si trovano “a loro agio”, sono appagati e stimolati dall’affrontare sfide nel contesto di gioco, progettando soluzioni per risolverle.
Il loro modo di pensare diventa più critico, più razionale, suggerendo metodi e attività che avvantaggino queste caratteristiche (Samaden & Bellinzaghi, 2010).
Durante gli allenamenti, quindi caro allenatore degli esordienti, largo alle proposte quali giochi, partite (normali o con regole particolari, ad esempio numero di passaggi predefinito prima di segnare), o situazioni, quelle in cui 2, 3 o 4 attaccanti sfidano un numero variabile di difensori per un obiettivo specifico (fare gol, superare una meta, ecc.).
Scacco matto all’egocentrismo
Altro cambiamento fondamentale dei giovani nella Categoria Esordienti riguarda la loro sfera psico – sociale.
Quella dimensione della persona che ha a che fare con i rapporti e le relazioni con gli altri.
Non si assiste più, per esempio, alle galoppate solitarie di pochi e tutti che inseguono durante le partite.
Sia chiaro, quelle situazioni non erano altro che il frutto di un normale momento nella personalità dei bambini, molto legato al concetto di io e il pallone (appunto egocentrico).
Nell’Esordiente, invece, inizia a emergere una consapevolezza diversa nei confronti della cooperazione e della condivisione.
Già gradualmente avviata nella categoria precedente, qui trova un definitivo consolidamento, verso una comprensione più matura della presenza di altri compagni, e naturalmente della loro utilità per l’evolversi del gioco.
La dimensione ‘squadra’ assume una valenza più importante, con i ragazzi che vivono più intensamente le dinamiche di gruppo.
Non dimenticandosi che il passaggio dalle scuole elementari alle scuole medie contribuisce a queste nuove realtà (Samaden & Bellinzaghi, 2010; Guida Tecnica FIGC, 2008).
Quanto suggerito in precedenza come proposta pratica in allenamento viene ulteriormente consolidato da quanto appena descritto.
Partite, situazioni di gioco, sfide a squadre sono situazioni che incoraggiano e fortificano queste nuove dimensioni dei giovani calciatori e calciatrici, in cui l’intervento dell’allenatore sia quello prevalente di progettazione e gestione.
Gli ‘anni delle cicogne’
Di certo non c’è alcuna relazione con la leggenda più o meno discutibile di ‘come nascono i bambini’. Tutt’altro.
Con quel divertente riferimento ci si rifà alle caratteristiche fisiche che iniziano ad assumere molti dei giovani Esordienti.
Specialmente dal secondo anno ce li si ritrova maldestri, pericolanti, sorretti da lunghe pertiche all’apparenza tutt’altro che sicure (come le cicogne).
I movimenti appaiono goffi, ‘scoordinati’ (Guida Tecnica FIGC, 2008).
Ed è proprio questo termine, coordinazione (in parole povere il controllo ‘globale’ dei movimenti) su cui deve focalizzarsi maggiormente l’intervento pratico nell’area fisica.
Proposte che aiutino a riacquisire destrezza nel muoversi, magari con la palla, unendo l’utile al dilettevole, considerando anche che questi sono gli anni (11-12) in cui queste capacità di muoversi e regolare le azioni motorie possono essere definitivamente e massicciamente incrementate.
Per quanto riguarda invece la dimensione fisico/atletica, quella che considera l’espressione pura della forza, o della resistenza, non dovrebbe essere trattata in maniera specifica.
Giri di campo interminabili, preparazioni pre campionato che emulano i club più prestigiosi sono proposte che i ragazzi ancora non ‘digeriscono’, avendo caratteristiche fisiche che ancora non beneficiano di certe attività.
Si può però cominciare a ‘costruire il motore’ dei ragazzi, attraverso sedute di allenamento intense e con la palla. Si pensi ad esempio ad una partitina 4 contro 4 in un campo ridotto a 4 porte: scommetto che la voglia e la motivazione sarà altissima, e il fiato corto in men che non si dica! (Guida Tecnica FIGC, 2008)
Tecnica e Tatticamente…un nuovo livello
Frutto dei cambiamenti descritti nei capitoli sopra, le aree tecnica e tattica (che dipendono l’una dall’altra) devono essere considerate ad un livello diverso che nelle precedenti annate.
Quella tecnica è massicciamente influenzata dai potenziali cambiamenti fisici: giocatori con nuove forme e dimensioni corporee, ancora da capire e gestire, e quindi il ‘tu’ al pallone che magari veniva dato nei Pulcini diventa un ‘lei’, se non addirittura un ‘voi’.
Necessario quindi un intervento alla ricerca del consolidamento e dell’eccellenza nel trattare il pallone, nel controllarlo, nel correrci insieme, con proposte che coinvolgano il magico attrezzo sferico in maniera costante, aiutando i ragazzi a riacquisire sicurezza nei propri mezzi, tale da rendere questi elementi quasi automatici (Samaden & Bellinzaghi, 2010; Guida Tecnica FIGC, 2008).
La dimensione tattica ‘soffre’, invece, delle novità che riguardano il saper pensare e decidere, e dei rapporti con i compagni.
Esercitazioni più variegate degli 1 contro 1 possono essere proposte, detto di una nuova abilità e predisposizione dei ragazzi nel gestire le situazioni di gioco anche di una certa complessità
(come i 3 contro 2, o i 6 contro 4).
Che il gioco abbia il sopravvento!
molto bello e sono parole sante tanti allenatori pensano solo al risultato continuate cosi e grazie
Grazie Maurizio..
Molto interessante questa panoramica che condivido in pieno.
Importante in più a mio avviso un focus sul singolo: in modo da riuscire a ricavarci durante l’annata del tempo da investire sulle lacune di ciascun giocatore o piccolo gruppo
Grazie
Articolo Molto interessante,complimenti!
Grazie Gianmario 🙂
Buondì argomenti molto utili e responsabili che a volte vengono spesso dimenticati sul campo… ottimo come vademecum da andarsi a leggere ogni tanto…
Grazie
sono d,accordo
Articolo bello ed interessante. Concordo in pieno. Complimenti.
D’accordissimo ..grazie