
Gli Small Sided Games sono un tema d’attualità nel mondo dell’allenamento. Dai professionisti ai giovani, sono oramai un termine immancabile di ogni vocabolario dei mister.
Questo per i loro indiscussi vantaggi per la prestazione e l’apprendimento, coinvolgendo una serie di fattori con estrema specificità, quindi simile al contesto di gioco.
Nell’articolo di oggi, mister, voglio riportarti una chiave di lettura molto interessante riguardo gli small sided games, discussa ad un recente corso di aggiornamento cui ho preso parte.
Inizierò con ricapitolarti i principali punti del tema (caratteristiche, vantaggi, ecc.), per poi passare ad un approccio più pratico del discorso, scoprendo come crearne di efficaci. Per finire, un paio di esercitazione per applicare i concetti.
Indice
SMALL SIDED GAMES: DI COSA SI PARLA?
Gli Small Sided Games sono, letteralmente, la versione nostrana delle nostre partite a tema. Svolti su campo e a ranghi ridotti (appunto, “small sided”), con varie regole, materiali, ecc., sono uno strumento indispensabile per i tuoi allenamenti.
Data la loro elevata specificità (contesto simile a quello della partita), rappresentano quel collante necessario tra l’allenamento e la gara, facilitando l’apprendimento dei ragazzi e il transfer dei concetti.
Sempre parlando di specificità, gli small sided games sono contenitori di elementi di varia natura: tecnica, tattica, psicologica, ecc. assicurando quindi proposte di allenamento complesse e complete. Proprio come la partita.
Dal punto di vista tecnico e tattico possono contenere tutti gli elementi, sia individuali che collettivi. Oltretutto, puoi dare particolare risalto ad alcuni modificando regole, spazi, tempi, numeri dei giocatori, ecc.
Garantiscono inoltre altissimi livelli di intensità e risultati per le capacità condizionali più importanti per la prestazione. Sforzi che sono immediatamente sfruttati per il gioco, in tutte le sue forme e richieste.
Dal punto di vista cognitivo impegnano i giocatori in molte decisioni. Questo favorisce la resa funzionale dei comportamenti tecnici. Inoltre, il contesto facilita e incoraggia certi comportamenti e situazioni in maniera autonoma, giocando, cosa che aiuta l’apprendimento attivo.
Sono inoltre proposte che dal punto di vista sociale, comunicativo, cooperativo trovano grandi risposte. Ne risulta un atteggiamento sempre positivo dei ragazzi, divertiti a motivati a prenderne parte.
TRE STEPS FONDAMENTALI
Riconosciuti l’importanza ed il potenziale di questi strumenti, mister, riuscire a crearne di nuovi secondo esigenze sarebbe un sogno!
Uno dei principali limiti, a mio parere, di queste proposte è infatti il fatto che sono altamente “personali”. Rappresentando il “coronamento” di un percorso d’apprendimento fatto in una sessione, non possono essere scopiazzati fedelmente, presi qua e là. Devono essere, invece, progettati su misura per il proprio gruppo di lavoro, con un design ad hoc.
Per progettarne di davvero efficaci, puoi affidarti allo schema che ti sto per presentare. Premetto che, avendo dovuto tradurre dall’inglese, ho deciso di mantenere entrambe le parole (ti lascio ampia interpretazione).
1. OBIETTIVO (Outcome)
La prima cosa da stabilire per il tuo gioco. Tradotto anche come “esito”, quello che ti devi chiedere è: cosa voglio che i miei ragazzi siano in grado di fare al termine di questa proposta? Uno o più comportamenti tecnico/tattici, fisici, ecc. che vuoi migliorare. Stabiliamone uno: dribbling, guadagnare spazio con la palla, sia individualmente che di collettivo (collaborare per…). Questo, possibilmente, inserito in un contesto più ampio, quindi come obiettivo della tua sessione.
2. CONSENTIRE (Enable)
Cosa permette di fare il tuo esercizio? Quale design vuoi creare affinché i comportamenti su cui vuoi migliorare riescano effettivamente? Come agire sullo spazio, l’utilizzo di materiali, uomini coinvolti, la loro disposizione? Per il tuo obiettivo, dribbling, dovrai senz’altro considerare uno spazio da conquistare, o una linea (area o spazio di meta).
3. ESORTARE (Encourage)
Sulla base di quanto hai mente di progettare, cosa saranno esortati, incoraggiati, spinti a fare i tuoi giocatori? Se hai posto una linea da conquistare per poter calciare a rete (scopo del gioco), cosa e come ti aspetti che i giocatori rispondano? Idealmente, che tentino di portare palla per superare questa linea. Questo creando situazioni di 1 contro 1, ma idealmente anche di 2 contro 1, qualora i giocatori vicini intuiscano che lo spazio da conquistare è da un’altra parte. Se gli spazi sono due, addirittura, questo ultimo concetto viene ulteriormente incoraggiato: dove passare? Destra o sinistra?
ANGOLO DELLE ESERCITAZIONI
Quanto detto finora sulla creazione degli small sided games può essere messo in pratica in tantissimi modi differenti. I tre step infatti consentono, anche solo variando un elemento ad un certo punto, di ottenere un risultato sempre diverso. Il che è positivo, essendo i bisogni dei ragazzi sempre diversi!
Quelli che seguono sono due esempi, nei quali ho cercato di applicare il modello sopra descritto.
ESERCITAZIONE 1 – 2c2 + 2+2 JOLLY (FASE OFFENSIVA)
- Numero giocatori: 8+
- Difficoltà: media
- Tempo: 10/15 minuti
- Obiettivo: passaggio, smarcamento, sviluppi di gioco fase non possesso
- Spazio: 20 x 20
- Materiale: palloni, conetti
Descrizione: Spazio di gioco delle dimensioni indicate, con una porticina di 2/3 metri posta su ogni lato del campo (vedi diagramma). Situazione di 2c2, con obiettivo quello di segnare un punto passando la palla ad uno dei due compagni jolly esterni. Difensori che guadagnano palla diventano a loro volta attaccanti, sfruttando i loro jolly.
Varianti/Progressioni: cambio dei giocatori jolly (ogni 2/3 minuti).
Costruzione SSG:
- Vari, come anticipato sopra. Passaggio e smarcamento, ma anche elementi collettivi come scaglionamento, profondità, sviluppi di gioco, ecc. Sta a te, mister, focalizzarti su uno o più di questi.
- Direzione, design, angoli sono le variabili che danno a quest’attività una specificità importante. L’intensità della situazione (2c2) abbastanza alta. Il riferimento target (jolly) supporta la ricerca di passaggio e smarcamento quali comportamenti necessari per segnare punti. Il fatto inoltre che il jolly sia vincolato nella porticina, aumenta ancor di più la presa di decisione su dove, quando, e come passare e/o smarcarsi.
- I giocatori in campo saranno incoraggiati a comunicare tra loro, collaborare. Inevitabilmente il 2 contro 2 non concede soste, quindi giocatori sempre coinvolti e spronati a partecipare al gioco (altrimenti palla persa). Sono inoltre spinti alla ricerca della profondità quando possono, quindi a giocare positivi. Oppure, ad usare sviluppi e combinazioni di gioco per superare i 2 avversari.
ESERCITAZIONE 1 – 2c2 + 2+2 JOLLY (FASE DIFENSIVA)
- Numero giocatori: 8+
- Difficoltà: media
- Tempo: 10/15 minuti
- Obiettivo: 1c1, 2c2, transizione
- Spazio: 20 x 20
- Materiale: palloni, conetti
Descrizione: Stesso gioco sopra, che può essere riproposto per la fase difensiva. Il focus, quindi, sarà sui due senza palla, nel tentativo di evitare di far segnare punti, e di riconquistare la sfera.
Costruzione SSG:
- Come detto, gli elementi di tattica individuale in non possesso (marcamento, presa di posizione, ecc.), qualche accenno di collettiva (scaglionamento, equilibrio, ecc.), e la gestione della transizione.
- Situazione inevitabili di 1c1 e 2c2 da saper gestire, considerando anche i giocatori jolly (coprire e difendere la linea di profondità, come fosse la porta). Mantenere il possesso in riconquista e cercare subito di essere positivi (concetto di transizione). Allo stesso tempo, cercare di cambiare velocemente mentalità quando palla persa, visto che i due avversari giocano immediatamente.
- Tutti i comportamenti di cooperazione e collaborazione difensiva, ma anche tenacia e mentalità nell’1c1. Attenzione e concentrazione, nei continui momenti del gioco, molto veloce e con continui cambi di situazione a cui adattarsi.
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