Barcellona: Come scegliamo i bambini

[Quali dovrebbero essere le caratteristiche di un giovanissimo aspirante calciatore per essere scelto dal Barcellona?]

Oggi voglio iniziare a parlare con te di calcio 🙂 partendo da un estratto della tesi dell’allenatore Francesco Baldini, iniziando dalle esperienze avute con Club Allenatori Italiani

(Lippi, Trapattoni, Donadoni, Ulivieri, Scoglio, Orrico, Mondonico, Mazzone, Galeone, Zeman, Vavassori, Cosmi, Simoni, Boskov, Novellino, Colomba, Mutti, De Canio ed altri) e sugli incontri tecnici basati su confronti con Allenatori Europei.

Nella stagione 2011-2012 inizia la carriera di allenatore con gli allievi nazionali del Bologna, e il 30 giugno 2012 passa alla guida della squadra primavera

Innamorato ( e chi non lo è stato?) del gioco del Barcellona, Francesco prima di iniziare la carriera di allenatore, passò mesi e mesi del suo tempo alla scoperta dei segreti e delle strategie che aveva contraddistinto in tutto il mondo il gioco di Guardiola, e ogni volta che si svegliava aveva una sola domanda nella testa e molto probabilmente ce l’hai avuta anche tu:

“Come fa questa squadra a giocare così, abbinando bellezza ad efficacia?”.

– Ecco cosa dice Francesco Baldini – Di quei giorni passati in Spagna, una delle cose che non dimenticherò mai è la risposta che mi diede Joan Vila, all’epoca responsabile della metodologia di allenamento e creatore del programma formativo del Barcellona.

Gli chiesi, in maniera molto semplice e diretta, quali dovevano essere le caratteristiche di un giovanissimo aspirante calciatore per essere scelto dal Barcellona e poter entrare a far parte della Cantera.

In poche parole voleva sapere quali erano i parametri che osservavano durante il provino di un bimbo.

La sua risposta mi spiazzò.

Mi disse che le caratteristiche che determinavano la scelta di un bimbo erano 3:
– la terza era la frequenza;
– la seconda era l’immarcabilità;
– la prima se muove o no la testa prima di ricevere palla.

Se la terza e la seconda erano per me semplici da capire come risposte, per la prima avevo bisogno di ulteriori spiegazioni, quindi con tutto lo stupore del caso sul mio volto, gli chiesi di spiegarmi.

Lui rispose:

“Si semplice, se un bimbo già in tenera età riesce ad avere una vista periferica sviluppata, se riesce appunto, nel contesto della partita che sta giocando, a muovere la testa continuamente alla ricerca di input, quello è sicuramente un bimbo da Barcellona, anche se non ha un gran fisico o una gran tecnica perché per migliorare quegli aspetti avrà tanto tempo e avrà dietro alle spalle un club con una metodologia che lo aiuterà quotidianamente a crescere in quegli aspetti.”

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