
Chiamala missione, chiamalo impegno. Obiettivo, o forse desiderio. Insomma, dagli il nome che più ti rappresenta. Quello che conta è che ogni volta che scendi in campo, il tuo unico pensiero come allenatore degli esordienti deve essere rivolto al miglioramento dei tuoi ragazzi.
Se c’è allenamento, c’è apprendimento. Che tu lo voglia o no.
Il solo fatto che i tuoi giocatori vengano al campo ad allenarsi comporta che loro ne escano avendo imparato qualcosa.
Ti starai dunque chiedendo:
quindi io a cosa servo se è tutto così naturale ed automatico?
Tu servi eccome mister, perché sei colui il quale può ‘pigiare il piede sul pedale dell’acceleratore’, velocizzando questo processo.
Quelli che ti voglio proporre in quest’articolo sono 7 punti fondamentali sull’apprendimento di cui sono sicuro non potrai più fare a meno, perché cambieranno per sempre il tuo credo in materia, e quindi il modo con cui proporrai la tua attività sul campo.
Indice
1 “Acquisizione di nozioni necessarie per conseguire o migliorare l’adattamento all’ambiente”.
Partirei senz’altro da una definizione (presa da Google, lo ammetto), per dare una prima dimensione sull’argomento. Apprendere non è altro che acquisire, migliorare, sapere qualcosa di necessario.
Questo primo aspetto potrebbe già suggerire cose due cose molto importanti, cioè che si parte da una condizione iniziale per arrivare ad una meno nota (acquisire), inizialmente più semplice e grezza e successivamente più fine e complessa (migliorare).
Questo qualcosa è inoltre necessario, quindi l’apprendimento è qualcosa di inevitabile: non puoi sottovalutarlo perché i tuoi esordienti non possono farne a meno!
Il termine ‘migliorare’ suggerisce inoltre che è un processo continuo, che cerca sempre una dimensione più alta.
Questo dipende quindi da come strutturi la tua attività nel tempo (progressione graduale), idealmente cercando sempre un miglioramento.
Per finire ‘all’adattamento all’ambiente’, che denota come questo processo dipenda molto da come tu mister sei grado di strutturare situazioni ricche di possibilità, perché i ragazzi si adatteranno a quelle.
2 Apprendimento graduale: Le Fasi.
La gradualità dell’apprendimento suggerisce il fatto che questo processo è sicuramente mutevole nel tempo, che si struttura in tante dimensioni diverse.
Per anni gli studiosi hanno dato varie soluzioni a questo quesito, e quella che intendo presentarti è forse quella più utilizzata.
Fu l’esperto Kurt Meinel (guru in materia) a realizzare questa suddivisione per fasi, tre per essere precisi:
Fase della coordinazione grezza, iniziale,
in cui un gesto (appena appreso) viene eseguito in maniera sommaria, poco efficace ed efficiente (appunto grezza). Pensa ad esempio all’esecuzione di un passaggio poco preciso, scadente in termini di forza e traiettoria.
Fase della coordinazione fine, intermedia,
in cui la stessa azione diventa più armonica e continua (meno errori) grazie alla pratica costante. Ora i passaggi sono più accurati, con buona forza e impatto sul pallone, anche se nelle situazioni più complesse ci sono ancora parecchi errori e difficoltà.
Fase della disponibilità variabile, finale,
caratterizzata da un controllo esecutivo consapevole, utilizzabile in molti contesti diversi: ora i tuoi giocatori sono in grado di mantenere il possesso palla contro vari difensori (passaggi con alta percentuale di precisione ed efficacia).
(L’argomento può e deve essere approfondito maggiormente, per questo ti invito a rimanere sintonizzato sui nostri canali, essendo in cantiere un articolo a tema).
3 Apprendimento: fenomeno multifattoriale.
Se per secoli studi e ricerche sono stati dedicati a questo tema, questo è dovuto alla sua complessità. Proprio perché l’apprendimento non è un fenomeno semplice, bensì complesso e influenzato da fenomeni di natura emotiva, motivazionale, cognitiva (quella legata alle funzioni della mente).
Le emozioni, ad esempio: qualcosa che è divertente, o che è accompagnato da un risultato estremamente positivo ha un impatto duraturo e importante (credo ricorderai come fosse successo ieri il tuo primo gol!).
4 “Si riescono ad apprendere i movimenti solo se si è disposti ad apprendere”.
Sempre Kurt Meinel, ancora lui (te l’avevo detto che era un ‘professorone’ a riguardo).
Che ci fornisce un assist interessante per quanto riguarda apprendimento e motivazione. Apprendere è direttamente collegato alla volontà di farlo!
Questa volontà, o se preferisci bisogno, può avere numerose sfaccettature: quella di voler fare, stare in movimento, giocare, risolvere i problemi, stare con gli amici, avere approvazione e riuscire in qualcosa.
Tutto sommato, quelle che sono le ragioni che spingono i tuoi ragazzi a giocare (ricordi l’articolo sulla motivazione?).
E allora cerca di ricreare queste condizioni durante i tuoi allenamenti: tante opportunità di gioco, collaborazione risoluzione di problemi e situazioni, divertimento, successo (non sottovalutarlo, i tuoi giocatori non devono sentirsi incapaci).
5 Apprendimento Operativo e Concettuale.
Saper fare e sapere sono due dimensioni estremamente connesse tra loro.
L’apprendimento motorio è quindi in diretta relazione con quello concettuale, legato alla conoscenza.
Saper calciare un pallone implica sapere le nozioni necessarie a descrivere questo gesto, così come avere le informazioni concettuali necessarie a spiegare come calciare un pallone aiuta decisamente l’esecuzione dello stesso.
La qualità delle informazioni sarà diversa in relazione all’età e all’abilità: se i tuoi Esordienti sono nel calcio da tempo avranno un background di conoscenze importante, per cui la qualità delle informazioni che puoi trasferirgli sarà di media complessità.
Attento però! Non fare l’errore di considerare prevalente questo genere di conoscenza: è sempre il gioco e l’agire a dover caratterizzare le tue proposte (i ragazzi non sono a scuola).
Puoi però associare e rinforzare questo apprendimento prevalentemente operativo con alcune strategie di natura più concettuale.
Ad esempio la verbalizzazione e la riflessione su un gesto tecnico (fai tante domande ai tuoi ragazzi, sii curioso di capire le loro scelte), o mostragli video e altro materiale multimediale in cui i temi dell’allenamento vengono spiegati (oramai, è questo il loro mondo).
6 Nel processo di apprendimento, il giocatore dovrebbe essere parte attiva nella costruzione delle abilità, mentre l’allenatore un mediatore, una guida” (de la Torre, 1998).
Ti avevo già proposto questo concetto in altro contesto.
La figura ‘mister come depositario della verità e trasmettitore di informazioni’ è passata, superata, rimpiazzata da corrente di pensiero più moderna.
Questa vuole che sia il tuo giocatore al centro del processo, attivo appunto nella costruzione del suo sapere e del suo apprendimento.
Tu, mister, in questo non sei affatto figura passiva, ma colui che media il rapporto tra i tuoi giocatori e il loro miglioramento.
Come?
Creando le condizioni ideali affinché ciò avvenga, facendo sentire i giocatori al centro: ad esempio rendili importanti, rendili partecipi con continue domande, condividi con loro obiettivi e dettagli dell’allenamento così che possano regolarsi in maniera sempre più autonoma.
7 “Apprendere è quello che facciamo quando non sappiamo cosa fare”.
Sono rimasto affascinato la prima volta che ho letto questa frase, lo devo ammettere, e la considero perfetta in questo contesto.
Perché fondamentalmente è semplice e vera: trovare la soluzione per risolvere un problema è imparare qualcosa.
Acquisire consapevolezza verso l’efficacia di un comportamento in campo è, ugualmente, imparare. E qui, se ti ricordi, quello che ti ho sempre suggerito per quanto riguarda la predisposizione dei tuoi ragazzi a risolvere problemi di gioco si sposa benissimo.
Considera sempre queste proposte nei tuoi allenamenti, proponi sempre partite a tema, situazioni di gioco, giochi tradizionali applicati al calcio, in cui risolvere problemi (meglio se in collaborazione) sia la caratteristica principale.
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2 zone per un 4 vs 2
Numero di giocatori: 9+
Difficoltà: Medio-difficile
Tempo: 15-20 min.
Obiettivo: passaggio, possesso
Descrizione:
- entrambe le squadre hanno 2 giocatori in una zona e 3 giocatori nell’altra
- tutti i giocatori devono rimanere nella loro area designata
- la squadra con tre giocatori (rossi) nella zona di campo sinistra giocano un possesso palla utilizzando un giocatore jolly (grigio) situato nella zona centrale del campo (4v2)
- se i due difensori (bianchi) si impossessano della palla, dovranno cercare di giocarla al giocatore jolly (grigio) che dovrà passare la palla ad un’altro giocatore bianco situato nella zona opposta, in questo campo questa volta i tre “attaccanti” (bianchi) cercheranno di mantenere il possesso palla utilizzando sempre il giocatore jolly (4v2)
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buono l’esempio pratico, è cio’ che mi occorre, per variare quelli che gia’ uso
Ottimo