
Esiste un credo comune secondo il quale per capire se un giovane calciatore ha qualità, basta vedere come si muove.
Come salta, come corre. Se un ragazzo è ‘coordinato’.
Una visione forse semplicistica del tutto, ma sicuramente basata su un fondamento di verità.
Sapersi muovere in maniera fluida e coordinata è un elemento che facilita e avvantaggia prestazione ed apprendimento.
Una cosa che, mister, devi tenere in estrema considerazione. Per una serie di ragioni, che cercherò di farti scoprire oggi parlandoti di capacità coordinative.
Indice
Le capacità coordinative
Sono quelle che capacità motorie che regolano, controllano, e permettono di adattare le azioni (movimenti secondo uno scopo) alle innumerevoli situazioni che il gioco offre.
Sono classificate in molti modi, anche se la più largamente condivisa prevede questa divisione:
- Capacità coordinative generali: apprendimento, controllo, trasformazione motoria.
- Capacità coordinative speciali: accoppiamento, differenziazione, equilibrio, orientamento, ritmo, reazione, trasformazione.
Capacità…fondamentali
La relazione tra capacità coordinative e capacità tecnico/tattiche è estremamente stretta e diretta. Dandoti l’idea di una piramide, se in cima ci sono le capacità legate al gioco (tattiche generali, e un gradino sotto quelle individuali tattiche e subito sotto quelle tecniche), le fondamenta sono rappresentate proprio dalle capacità motorie. A dirti che l’efficacia dei gesti tecnici, azioni motorie, dipende ampiamente dalle capacità coordinative. Perché sono quelle che consentono di controllare, regolare, adattare i gesti tecnici.
Una questione… di cervello!
Le capacità coordinative dipendono dall’efficienza del Sistema Nervoso Centrale (SNC), il cui organo principe è il cervello. È in questa centrale operativa che quasi tutti i gesti tecnici vengono programmati affinché vengano realizzati dai muscoli. Il cervello riceve le informazioni dall’ambiente esterno percepite coi sensi, ad esempio la posizione di un compagno al quale passare la palla. Le informazioni sono elaborate, integrate, regolate, creando un movimento, il passaggio, dotato di particolari parametri per essere efficace: direzione, forza, sincronismo arti, equilibrio corpo, ecc. Ecco, puoi immaginare la coordinazione come questo genere di attività di controllo, regolazione e adattamento, che si esprime in qualsiasi gesto tecnico o tattico.
Un periodo di apprendimenti davvero fertile
Detto che le capacità coordinative dipendo dall’efficienza del Sistema Nervoso Centrale, queste sono largamente influenzate anche dal suo grado di maturazione. Da quanto è pronto, attivo, fertile. Un bambino di tre anni forse non ha ancora le strutture e le esperienze sufficienti per raggiungere certi livelli.
Ma attento, nemmeno superata una certa età puoi ottenere gli stessi livelli: Hirtz, ad esempio, riconosce la fine di questa possibilità intorno ai 17-21 anni!
Quindi questo periodo d’intervento è più ridotto di quanto tu credi!
E i tuoi Esordienti ci sono dentro. È chiamato in vari modi: periodo d’oro della motricità, o finestra delle opportunità (tradotto dall’inglese).
E l’opportunità è sia loro che tua: quella di creare le situazioni-gioco necessarie a fornirgli basi e fondamenta solide su cui costruire sistemi di movimento più complessi.
Per essere davvero utile alla loro crescita. Sfruttando la sensibilità e la predisposizione psico-motoria che li caratterizza.

Quale metodologia?
Ci sono due considerazioni su cui devi riflettere per strutturare una metodologia ad hoc per sviluppare le capacità coordinative nei tuoi Esordienti:
- Quanta importanza dare a questa dimensione della prestazione?
- Quanto tempo dedicargli?
Le capacità coordinative sono più importanti di quanto credi. Non solo per il fatto che i tuoi ragazzi sono sensibili verso questo genere di capacità.
Ma anche perché arrivano con ritardi motori non indifferenti.
Questo causato da uno stile di vita sempre più sedentario (poco gioco libero all’aperto) e spesso una precaria se non carente attività fisica a scuola.
Quindi sei tu, mister, che ti devi fare carico della loro educazione motoria.
Tuttavia, la questione del tempo.
Un’ora e mezza, due volte a settimana.
Quanto “rubare” alla pratica calcistica vera e propria?
La mia risposta è: nulla!
Sfidando i sostenitori del: “la specializzazione sportiva è sbagliata nei più giovani, devono avere esperienze variegate!”.
Non parliamo di specializzazione, ma di specificità!
Ovvero strutturare esperienze a tema calcistico (i tuoi ragazzi sono lì per quello, giocare a calcio), in cui l’aspetto coordinativo sia altamente coinvolto.
Le tue proposte: caratteristiche ed esempi
Detto di allenare in regime di specificità, quali proposte? E quali caratteristiche?
1) I giochi popolari
Lo sparviero, l’acchiapparella, i quattro cantoni sono attività ricchissime di stimoli coordinativi.
Pensa che l’academy del Fulham, squadra londinese di seconda divisione, ha stabilito che le annate più giovani debbano iniziare tutti gli allenamenti con un gioco popolare.
Proprio per la loro ricchezza sotto il profilo coordinativo.
Ecco che allora puoi decidere di adattare queste proposte, aggiungendo il pallone.
I quattro cantoni giocati con la palla, in cui i tuoi giocatori devono guidarla in funzione degli spazi che si liberano e in cui non ci sono avversari.
2) Le attività tecnico-coordinative
Circuiti con la palla, o percorsi in cui elementi tecnici sono alternati ad attività di salti tra gli ostacoli, o l’uso della famosa ‘scaletta’ (speed ladder).
Queste possono inoltre diventare situazioni di gioco: ad esempio un 1 contro 1 che comincia con un percorso motorio coordinativo.
3) Le attività tecniche pure
Semplici ed efficaci, se con le giuste caratteristiche.
Parti dal presupposto che la coordinazione è quell’attività che permette di regolare, controllare e adattare un movimento.
Allora, struttura l’attività in cui un gesto tecnico debba essere eseguito in tanti modi diversi. In condizioni che cambiano continuamente.
Se vuoi, poi, puoi andare oltre il tradizionale: guida con palla da rugby (provato, davvero grandi risate e grande efficacia), palleggi con pallina da tennis, partita con palloni che cambiano continuamente (varie forme e dimensioni).
E ancora giocare con sei porte invece che due.
Tutti esempi di condizioni in cui il gesto tecnico si adatta a condizioni, quindi necessita di regolazione, controllo, trasformazione. Deve essere quindi coordinato.
Se stai cercando ancora più informazioni sulla coordinazione, se ti è caro questo tema, allora continua a seguirci.
Nei prossimi appuntamenti le capacità coordinative verranno dettagliatamente analizzate, con spunti, riflessioni e consigli pratici che potrai subito applicare coi tuoi ragazzi.
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